La verità esiste? Cosa è la post-verità? Quanto i social (o i media in generale) ci influenzano con le “loro verità? Cosa è davvero l’informazione?
Nelle righe che seguono proverò a puntare un faro (facciamo un faretto) sulla questione che sta appassionando molti addetti dei lavori in campo giornalistico, politico e politologico.
Il 30 dicembre Beppe Grillo lancia questo post sulla sua pagina facebook.
(Se non lo avete già letto, fatelo. Vi servirà almeno per seguire il filo logico di questo articolo).
https://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fbeppegrillo.it%2Fposts%2F10154260714721545%3A0&width=500
Il nucleo concettuale (tagliato con l’accetta), del post di Grillo è questo:
- la rete, internet, è informazione democratica, e i media tradizionali, servi dei partiti vogliono imbavagliare, manipolare la verità per nasconderla ai cittadini e continuare a proteggere le nefandezze del potere.
Ora concediamoci solo un tuffo nel passato, brevissimo, di cui mi perdonerete la sbandata filosofico-intellettuale:
«In nessun paese del mondo in guerra la menzogna programmatica ha così danneggiato la società come in Italia, dove l’innocenza è completamente indifesa, dove la cultura non ha diffuso sinora neppure i più elementari criteri di ricerca della verità, di esame dei documenti, dove il dubbio critico esiste solo come diffidenza calunniosa verso gli avversari dei poteri costituiti e asservimento supino alle critiche che dai poteri costituiti sono sorrette e protette. […] (il pezzo più lungo che potete leggere qui finisce il paragrafo così) Anche la verità è una merce: tutto è merce in regime capitalistico».
3 dicembre 1918 un «capocronaca» firmato da Gramsci su l’Avanti!
Io ho notato almeno tre cose che possono esserci utili alla discussione (al netto dell’argomenti di cui scrive Gramsci).
- le bugie dell’informazione manipolano la società, danneggiandola
- un cittadino “innocente” ed indifeso, senza gli elementari strumenti per svelare l’inganno
- la critica esiste, e viene confusa, solo come calunnia, insulti verso gli avversari politici
Sembra a prima vista che ci siano delle forti analogie fra i temi posti da Grillo e quelli di Gramsci ben 100 anni fa, ma è la questione di fondo che capovolge le cose, ossia:
La verità è una merce.
Che siano gruppi di potere, lobby, partiti o movimenti politici, aziende o multinazionali ognuno di questi soggetti ha verità, (costruite) da raccontare e sopratutto da somministrare, più banalmente da vendere. Non è un caso che le tecniche di marketing siano sempre più applicate alla politica.
Di fatti, il contesto dei media, da Gramsci a Grillo, possiamo dire che si è decisamente evoluto e le contromosse di regolamentazione di internet e dei social annunciate dal Ministro Orlando, seppur ritengo abbiano un fondamento, trascurano un aspetto secondo me ben riassunto da un post su facebook di Dino Amenduni di Proforma.
Dunque riepilogando potremmo dire che:
- la post-verità (o informazione costruita) non è un mostro creato da internet, meno che meno dai social
- i media tradizionali non sono puri ed innocenti, ed hanno in questi anni inquinato e continuano a farlo, il clima di informazione
- i social media non hanno delle vere e proprie leggi che regolamentano la vita e delimitano gli eccessi come (in parte) per i media tradizionali
Di fatti non è per nulla semplice rispondere ai quesiti iniziali di questo pezzo.
La verità esiste? Cosa è la post-verità? Quanto i social (o i media in generale) ci influenzano con le “loro verità? Cosa è davvero l’informazione?
L’idea “provvisoria” che mi sono fatto è che la post-verità è una verità manipolata che viene utilizzata, per rafforzare o modificare convincimenti dei cittadini/elettori.
La (Post-)Verità è una merce. Da Sempre.